Data: 7/3/18 News
Se la storia insegna che dal passato bisogna imparare e se pensiamo all’evoluzione millenaria dell’uomo, alle scoperte geografiche e scientifiche possiamo di certo notare di come si siano evoluti i tempi e le culture…eppure rimangono irrisolte alcune “pecche sociali”come: la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Uno dei temi e delle battaglie delle politiche sociali.
Cosa si fa in tema di sicurezza e abbiamo in Italia la cultura della prevenzione?
Ci sono Enti ed Organizzazioni impegnate per la tematica. Spesso però non giocano in squadra e si disperdono in attività ed iniziative singole. Sviluppare la cultura della prevenzione sulla salute e sicurezza, vuol dire coinvolgere diverse entità sociali. Sarebbe d’obbligo quindi la condivisione di strategie comuni.
All’interno delle politiche sociali, è una tematica tra le più “sviluppabili”.
Perché dire sviluppabili e non sviluppate?
Per quanto la legislazione tracci delle linee guida inerenti alla sicurezza, non sempre questa viene applicata nel modo giusto. Basterebbero la cultura del rispetto delle leggi e soprattutto il passaggio dalla teoria alla pratica con formule più controllate.
Quali sono le proposte migliorative?
Il primo passo da fare è rafforzare la cultura della prevenzione grazie all’unione di strumenti quali: legislazione, dialogo sociale, innovazione tecnologica, individuazione di buone pratiche e controllo delle stesse, responsabilità sociale e incentivi economici. Un passaggio obbligato è la partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti.
I vantaggi della prevenzione?
Investire in Sicurezza, significa migliorare le pratiche del lavoro e la produttività con i seguenti risultati: calo di assenze per malattia, riduzione dei costi all’assistenza sanitaria, mantenimento in attività dei dipendenti più anziani, promozione di metodi e tecnologie di lavoro più efficienti. Al contrario, il non investire e non attuare le leggi in conformità a quanto previsto dalla Legislatura comporterà: inutili costi aggiuntivi e utilizzo di risorse preziose per far fronte a infortuni e malattie evitabili.
Quali sono gli attuali dati sugli incidenti sul lavoro?
I dati ufficiali INAIL, sono allarmanti. Nel periodo compreso tra gennaio-settembre 2017 sono state rilevate complessivamente 471.518 denunce di infortunio, cifre lievemente superiori all’anno precedente (+ 0,13%). Non vanno tralasciati gli infortuni con “esito mortale”(inerenti al periodo compreso tra gennaio-settembre 2017), numeri che arrivano a 769, il 2,12% in più rispetto all’anno precedente. Solo questo dovrebbe favorire un gioco di squadra unico tra le parti sociali. Si deve puntare sempre più sulla Formazione e sulla divulgazione della cultura della prevenzione.
Quali sono gli articoli di legge?
Gli articoli 36 e 37 del D.lgs. n.81/2008 rappresentano un caposaldo dell’applicazione del principio prevenzionistico e partecipativo dei lavoratori in materia di sicurezza sul lavoro. Il lavoratore, in base all’Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011, ha diritto ad una formazione generale,specifica,mirata e ad aggiornamenti periodici. Puntare sui sistemi prevenzionistici è necessario ed obbligatorio. La missione degli Enti preposti è: informare, formare e addestrare con aggiornamenti periodici i lavoratori ma anche i preposti e i dirigenti.
Idee innovative
Forse partire dalle nuove generazioni, potrebbe essere la soluzione per l’evoluzione culturale. La FIRAS-SPP ed EBAFoS, ad esempio, stanno puntando ad attività rivolte alla scuola. I giovani, sono “veicoli” che favorirebbero l’evoluzione culturale del futuro: maggiore consapevolezza ed attenzione alla tematica.
D’altronde la cultura della sicurezza, oltre che “patrimonio” del tecnico dovremmo considerarla una ricchezza(o bagaglio) dell’intera collettività.
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